Crepitano i suoni per chi ci ascolta
un divenire della matita circostanza
scrivere e disegnare molte ombre
ma resta anche un margine di luce.
Non si può tacere che questo liquido
assomigli al mare e alla sua ricerca
anche alle rovine che ci insegnano a
volare dopo aver perso le aleatorietà.
Sullo stupore che non vuole stupire
vi è ancora molto da dire sacrificare
perché i giovani se tali sono gli amori
vogliono da noi un afflato poietico.
Il giorno si fa notte i riccioli cadono
le stelle schierano le truppe distanti
sulla sabbia restano i corpi magici
che nel farsi realtà traducono gesti.
Io vengo dove sono già stato io sono
la mia piantumazione nello sforzo
non odo non distinguo né riservo
a me stesso alcun privilegio io vivo.
Quando il fenomeno supremo aereo
si stinge e io sono stinto come olio
la mia putretudine è pari a purezza
singulto a respiro asfissia a Te solo.