Il nuovo anno trovò
il suo posto tra i documenti
depositati sul tavolo.
In particolare,
due cartelle fittamente
redatte a mano.
L’una s’intitola
“La solennità del vizio”,
l’altra “La solarità dell’indizio”.
Entrambe denunciano
il serpente umano,
il suo veleno.
Muoversi
con affanno
intorno a quel corpo
sinuoso e sgusciante
che fa a gara con la coscienza
per cercare dimora.
Il nuovo anno
ha il dovere di compiere
l’inganno manifesto
o mutarsi nel suo contrario?
Scegliere perfidia o purezza?
Il nuovo anno
non ebbe fretta,
arrivò d’improvviso
e svolse il suo compito
spietatamente.
Sconfitta ogni possibilità
di vittoria,
a prevalere
sono coloro che
nel difendersi da tutti,
anche da se stessi,
riescono a comporre
una lode al Signore
una canzone,
ridda di fiori traversi