La nascita è mortale. La morte è immortale. Un sacrificio le tiene “sempre” insieme.
Le ragioni dell’Angelo sono raffigurate nei segni artistici della storia. Soccorrono.
Assistere all’alba del giorno è come stendere una mano al fratello. Chiedergli pace.
Si parte di continuo, non invano, a cercar dimora tra zefiri elisi e il grano che verrà.
Mendica la natura del sacrificio, doloroso il viaggio che induce alla “camera chiara”.
Qui urge la domanda: io sono come volevo essere, ho onorato il divino che è in me?
Oppure, ho cercato nelle strade ingombre di oggetti l’insofferenza allo Spirito?
Quando ci si prende cura di qualcuno si ha l’esatta percezione del suo stupore.
Siamo cristi fratelli. Così come il falso viene dalla verità, ci si appunta una stella.
Ricordo di aver letto cose terribili sul petto degli uomini, dove batte il loro cuore.
Si è detto che semplificava, liberava da una schiavitù, che è mille volte maggiore.
Nasce la povertà nella ricchezza e la ricchezza nella povertà. Scorre il predominio.
Sono stato alla cappella San Severo e ho pianto per quell’ultimo respiro. La bocca!
Diceva, “sono io l’umano, guardami, io trafitto e morente, non voltare lo sguardo”.
Ma io sono solo un confinante. Prego, chiudo gli occhi e prego, cerco il mio limite.
Mi concentro su dettagli di finitudine, sullo “spettro” della fotografia in cui consisto.
M’aggiro intorno ad un punto focale, immaginario e reale, un esercizio di memoria.
Fin dall’origine, seguendo un percorso parallelo, giungo all’invisibile della morte.
Per immergermi in una vasca colma d’acqua di fonte, petali in superficie, un girasole.
[ Studium – punctum. Giardino d’inverno. Ciò che si rappresenta (il primo), ciò che ci “ferisce” (il secondo). L’immagine ci guarda e agisce su di noi. Un girasole scrive con la luce, camera chiara. ]
Grande profondità di pensiero,spunti interessanti sul mistero che siamo…
Grazie