Vi è una donna che siede sul cristallo della strada
Nessuno le parla eppure non distoglie lo sguardo
Osserva ciascuno di noi che le passiamo accanto
Osserva e giudica senza un fremito il nostro odio
Questa donna è figlia di un dio e dell’intelligenza
Aborrisce ogni disumanità come quella del Tideo
Non perché non sia vera ma perché è smagliata
Trasforma in rughe profonde sanguinose le cose
Tutte le azioni emettono un sibilo mai più udibile
Eppure quel canto del cigno ne soccorre gli eredi
La donna sola regge in una mano l’elmo bronzeo
Le ricorda una nuca dalla cui endiadi ella si trasse
Ricoprendo il volto alle guance che sottraggono
Allo sguardo distolto la curiosità per il coraggio
Una divinità non dovrebbe rimanere impassibile
Perciò immobile lei dedica al fratello un disprezzo
Pari solo a quello che rivolge a chi vuole aiutarla
O riservarle commenti malevoli un po’ sottovoce
Atena vince perché sconfigge crudezze smisurate
Ogni donna paziente dorme accanto a chi ama
L’arte dell’amore le segna un tratto d’immobilità
Osserva smarrisce tra i rivoli d’ombra e d’ulivo
La memoria a una vendetta per averne violato
L’altare a cui Casandra si rifugiò pazza di vita
Sono donne entrambe in un giorno della festa
Chi giudica sa che il cuor fanciullo comprende
L’eco delle battaglie divenute polvere di gloria
I greci raccolsero urne silenti per stare insieme