C’è qualcosa di più bello delle nuvole?
Quel loro modo di sospendersi altrove
Guardarsi senza sorseggiare l’aria
Prendere forme che si nascondono
Detrarre il valore del cielo ovunque
Aggiungere una notte all’altra sazia
Chiedere chi e perché ci si sottrae
Allungare gli arti inferiori già protesi
Denota questo stimolo una radiosità
Che parte dalle corolle umide del dire
E si infervora nella stagione mutilata
Non percorrere alcuna strada consona
Venire per stagioni cieche a maturare
Come un fico artefatto dal vivo caprino
Annusando il fico luminoso della storia
Il divenire che di tabula rasa incolora