C’è un oro che s’insabbia nell’oro
È il nostro mare di frontiera a colori
C’è una famiglia di molti orizzonti
Dal verde irpino ischitano al Cilento
C’è una brace nera tonaca vesuviana
Che riserva agli spiriti liberi la scena
C’è la crisalide la diversità la storia
Maturate su alberi di vita al vento
C’è una nave da qui partirono tanti
Coloro amati che non sono tornati
C’è casacca teatro una maschera
Fa festa per strada ferita a morte
C’è il cobalto del cielo santi distanti
In processione sul petto a dispetto
C’è il flusso discontinuo della terra
Che vince dentro e fuori la guerra
Donne uomini bambini tutti vicini
C’è una distrazione appesa al collo
Sembra una cravatta dell’allegria
C’è il divino che spunta dalle case
Quelle più buie cercano la loro pace
C’è il divino sui comignoli nei vicoli
Fiumi d’inchiostro un rosso d’ardore
C’è una purezza sospirata colmata
Sulla bocca di ogni bacio promesso
C’è un viaggio a tappe il primo treno
E l’ultimo che vola senza fermarlo
C’è l’allarme le sirene la misericordia
Non tutti lo sanno nessuno lo ricorda
C’è l’impenetrabile canzone di Enzo
Una cantilena che sveglia dal sonno
I nostri fuochi che spiritano ancora