Partiamo dalla luce
Qui a Napoli vi è molta luce
E veniamo all’indirizzo sconosciuto
Con uno zaino scuro in spalla
Ci sediamo nella nebbia
Tiriamo fuori una galletta
La mangiamo lentamente
Per poi rialzarci nel buio
Continuiamo il nostro viaggio
Siamo in pochi silenziosi
Forse rassegnati
Comincia a nevicare
Dopo tre giorni siamo ancora qui
Al punto di partenza
La nebbia ci avvolge ci stringe
Qualcuno prova a resistere
Ma è come se cedesse
Dal quarto giorno siamo vivi per caso
Le parole si confondono
Qualcuno crede d’essere tornato
Che il profumo di casa lo accolga
E grida una canzone non la canta
Sembra Modugno per l’avventura
La neve spegne il fuoco
Torna il silenzio
Dopo l’allarme di una casa vuota
Ci rintaniamo in un tronco
L’albero si mostra secco
Ha un fil di ferro sul collo
Qualcuno dorme nel fiume
Ghiaccio è intorno a lui tutto
Le stelle di Berlino brillano
Piangono la nostra fine
Sono poesie scritte a mano
Chi legge ripete la canzone
Sembra che sollevi la testa
La volta celeste prova a chinarsi
Verrai – ti dice – libero dai motori
Volerai – ti ripete – un angelo affine
Le nostre palificazioni cadranno
Un ciuffo dei tuoi capelli
Poserà le sorridenti orecchie
Sul silenzio fattosi profondo
E udrai sì che udrai la mia voce
Che ti dirà “Amore è il paradiso”
Vive dopo la morte già morta
Tira fuori un angolo dalla lite
Si siede con te e ripete la canzone
Non sei tu il paragone
Molti altri accompagnano la lite
Nessuno prende le parti del morto
Spingono la slitta sulla neve
Giunti alla seconda casa di pietra
Aprono la porta infuocata
Un camino di lucide ossa brilla
La notte vergine lo trastulla
Si alza in piedi l’ombra
Nell’ultimo profilo dell’angolo
Un uomo e una donna ripetono
“Siamo nati lontani
Non è così che torniamo”
Fa paura il paradiso
Dietro una porta d’ombra e fuoco
Invita a raggiungere l’impossibile
Per questo chiudiamo gli occhi
Non è riposo ma un modo strenuo
Di sognare quel che accadrà