Ottavo appuntamento con i mercoledì culturali “in pillole” della Fondazione Gerardino Romano.

La scrittrice Antonietta Gnerre ci racconta La storia di Pilli, Scuderi Editrice 2019, e ci consegna un prezioso insegnamento: cercare di migliorarsi sempre nella vita, senza essere schiavi dei pregiudizi.

«Non c’è niente di più vero delle favole. E la favola del volpacchiotto Pilli, scritta con sagacia e passione da Antonietta Gnerre, lo conferma. Già il nome del nostro piccolo eroe è un riflesso di questa certezza: è preso dal cognome di un’antica casata toscana. Signori del contado fiorentino, i Pilli vantano un capostipite che fu fatto cavaliere nientemeno che da Carlo Magno, ai tempi del Sacro Romano Impero. La loro memoria genealogica, dunque, appartiene ai secoli che vanno via come granelli di sabbia nella clessidra della Storia…
Con il suo aulico nome, il volpacchiotto Pilli rievoca sì un glorioso passato eppure in questa favola guarda anche ad un futuro che vorrebbe altrettanto radioso. Ma non può. Tanti ostacoli mettono a dura prova la sua crescita e il suo rapporto con il mondo: le canzonature dei compagni di scuola, i pregiudizi, le convenzioni… Finché Pilli trova la forza di reagire. La trova nello studio della musica, la sua grande passione.
In un mondo magico e immaginario, quello delle favole, l’eroe ci viene incontro per dirci che c’è sempre un orizzonte più grande al di là delle nostre lacrime, un sole più splendente al di là del nostro dolore. Le favole ci insegnano che dobbiamo avere la forza e la voglia di reagire, di emergere al di sopra del grigiore che ci circonda e di trovare il colore giusto da dare alla nostra vita, di conquistare ogni giorno la pace interiore. Quella pace, capace di cambiare il mondo.
E così Pilli, in attesa di un sogno, fa la differenza. Le favole sono vere proprio per questo.»
Introduzione al testo di Gianni Maritati, Vice Caporedattore Tg1.

Antonietta Gnerre, classe 1970, è poetessa, scrittrice per ragazzi, critico letterario, saggista, giornalista e promotrice culturale. Laureata in Scienze Religiose, si occupa come studiosa della poesia religiosa del ‘900. Collabora con la Cattedra di Diritto e Letteratura del Prof. Felice Casucci, Università del Sannio (BN) e con l’Università Irpina del Tempo Libero. Ha pubblicato le sillogi poetiche: Il Silenzio della Luna (Menna,1994), Anime di Foglie (Delta 3, 1996), Fiori di Vetro- Restauri di Solitudine (Fara, 2007), Preghiere di una Poetessa (Lo Spirito della Poesia, Fara, 2008), Pigmenti (Edizioni L’Arca Felice, 2010), I ricordi dovuti (Le Gemme, Edizione Progetto Cultura, 2015). I Saggi: Meditazione poetica e Teologica in Mario Luzi (Delta 3, 2008), Cristina Campo – Il viaggio silenzioso e spirituale, in Forme di pensieri, Saggi di Diritto e Letteratura, a cura di Felice Casucci (ESI, Napoli, 2013 – 2015). Ha curato, insieme a Rita Pacilio, l’antologia poetica Una luce sorveglia l’infinito sul tema del Giubileo della Misericordia (La Vita Felice 2016) e, insieme alla famiglia Bellofatto, l’antologia Abbracci (D&P 2016). Consulenza e postfazione del libro di Andrea Fazioli La beata analfabeta. Teresa Manganiello, la sapienza delle erbe (San Paolo, 2016, Collana Vite Esagerate). La favola La storia di Pilli (Scuderi Editrice, 2019). È Presidente del Premio Internazionale Prata, la cultura nella Basilica, giunto alla XIV ed è direttore artistico della Festa dei Libri e dei Fumetti di Avella. Collabora: come opinionista, con quotidiani e riviste religiose; come critico letterario e intervistatrice, con riviste cartacee e on line di cultura poetica. Le sue poesie sono state tradotte in spagnolo e in sloveno.

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