Niente di nuovo
Niente di nuovo Sul fronte occipitale Quando sedersi è sedato I minuti contati non si contano Le punture sono assordanti e Si torna al punto di partenza Senza aver tirato i dadi
diario letterario
Niente di nuovo Sul fronte occipitale Quando sedersi è sedato I minuti contati non si contano Le punture sono assordanti e Si torna al punto di partenza Senza aver tirato i dadi
Chi muore Nel paradiso degli orchi e delle ninfee Chi balla dissennatamente Sfregandosi i polsi Chi piove capelli sudati Lecca indumenti di vita vissuta Come un sotterfugio nella pioggia Chi tace dopo aver visto tacere Chi rimbalza sull’universo mondo Chi scompone oggetti composti Chi inverte le conclusioni dei patti Chi dice di andare dove è…
Firmare per esteso Con il nome delle lunghe stazioni Sui treni arsi da cui sboccia il sole Nei primi gridi della giovinezza
Non porterò pause Né rumori Ignoti respiri A dismisura Non essendo io il valore Ma il mondo che mi circonda Nel protrarre l’arco teso Del tempo a venire
Speranza che si avveri Alla nascita negli occhi La consumata discordia Tutti si parlino addensati Fuori ai bar della provincia Risalendo le scale abitate Per dare ai votanti la scelta Tra i fianchi delle montagne Clandestinità sconfortevole E le regole di burro della festa Mani di legno attratte al fuoco Riunite per celebrare il futuro…
La serica libreria dei pensieri Si è affollata di nuovi intoppi A ciascuno il suo e sconfina Convertiti a un osso girevole La prima malattia che affligge