Reliquiario
Ci interrogammo Ma non rispose nessuno Questo accade alle notti insonni
diario letterario
Vivere non è un diritto Ma un dovere Correre sulla marea Che fugge al suo senso Per navigare a pancia dritta Sulle onde del mare E rifulgere fino a che non torna La vita a rimembrare (Un anno andammo) Illimitatamente buia
Il fumo dalla bocca Dei pesci sulle tende Profuma santità Nel morbo sacro Esiste soltanto La contemplazione Di pieghe misericordiose Che gli artigiani Tessono a fatica Per affidarlo All’aureo bisogno Credere condividere L’involontario
Pietra al posto dell’albero Pane raffermo per pochi denti Un vecchio clown A mani nude Che cerca nella pietra Un abito di luce cristallina
Le chiavi ideali Aprono porte chiuse Chiunque può richiuderle Basta poco per ottenerle Rappresentare il bisogno Questo occorre Rivolgersi a qualcuno Essergli grato Ricevere il gesto Come un dono Salire le scale Che portano alla stanza Non tornare più indietro Perché in quella stanza C’è tutto ciò che cerchi
Le repliche gli stornelli e i chiari di luna Tutti fatti tenuti insieme dalle parole Giunti delle porte che s’aprono con ira Guidati anch’essi da parole scambiate Nella vita intera le attese sono spontanee
Sull’Everest dei dissuasori Cantano canzoni di resistenza Mentre dai balconi del circondario Battono tappeti come la normalità