Nell’ultima cena vi è un estraneo
Venuto per la conferenza come
Un delatore o un informatore ha
Un’aria bonaria buona addirittura
Manca di salutare ma sta attento
Ha tergiversato sul foglio soffitto
Di scrittura senza distogliere mai
Lo sguardo dai gesti dell’amore
Che vi è stato ricomposto lento
Durante quel momento magico
Una sua ragione e giustificazione
Siamo lì per rinnovare il sacrificio
Fecondo una trafittura di chiodi
Un’ignominia consumata ancora
Non possiamo cambiare neppure
La disposizione dei posti tutto è
Come deve essere in pubblico
Perché non vi è niente di privato
Nell’amore ammassato addolorato
Esposto dopo un esame interiore
Sapendo che non si può cambiare
Neppure la disposizione dei posti
E che tra di noi qualcuno tradirà
Il volto serrato dell’angelo custode