Lo spettatore impassibile
Vede quel che sente
Lo screzio in gola dei musicanti
Il fiotto superlativo dell’ordinario
Che viene dal cielo vi si rattrista
La timida volumetria dei reietti
E quei monatti raccoglitori di corpi
Supini da far rotolare nella macina
Sembrano non accorgersene più
Perché esibiscono i loro vizi
Senza alcun pudore d’essere visti
Chiedere consenso a continuare
Mentre batte forte sul cuore
Ogni istante la vergogna degli occhi