Il fronte avanzato del rumore è il silenzio
Non un silenzio qualsiasi né ignoto
Quel che resta dopo la chirurgia plastica
Il placarsi dell’animus belligerandi
Distendersi e sognare quasi invano
Mentre nel remoto condotto uditivo
Transitano prese in carico d’armi
Le parole contro qualcuno nell’oscurità
Facendo un processo su misura
Come se fossero tornati i roghi
Non fossero portati al macello i capi vivi
Perché politica è l’arte della complessità
Mentre si vuole arrivare al tratto digerente
Con un alimento immodificabile
L’ostilità trasmessa nell’etere delle melodie
Mutando pelle ogni volta che serve
Il bastone a due versi con cui colpire
Le celebrazioni della repubblica delle idee
Basterebbe invece dire da che parte si sta
Non sono cattivi i buoni in sé medesimi
Non vi è un altro da combattere stasera
Siamo corpo unico universale biologico
Le braccia immerse nel sangue della sera
Per produrre un’infinita varietà di casi
Uno su tutti ricomposto dopo il danno
La politica è l’arte dell’intelletto inaridito
Le pulsazioni d’impeto si sono fermate
Un arco di Traiano ridotto a sottopasso
Sospendere il giudizio sede conflittuale
Unire la separazione di parti della realtà
Non vogliamo vedere ma solo assistere
D’un tratto il pascolo fiorito imbrunisce
La giustizia scolora nell’interesse escluso
Ma restare in ombra ci consente una luce
Scorgere chi trama per la morte politica
Lascia l’impronta di vivere nascostamente