Non vi è nulla che possa
Essere trattenuto o respinto
Da qui si nasce due volte
Dalla fine del proprio inizio
Dall’idea di una fugacità
Posizionata sul poggio
In modo da riconoscersi
Consentendo il lascito
Quando non ci vedremo più
E le impronte sulla terra
Saranno corpi distesi
Che non esistono perché
Le anime troveranno il modo
D’unirsi in segni indelebili
Avvinti a un unico destino