Centrati su qualcosa che accade
Non vediamo le sponde disordinate
I simboli diversi ma già dimenticati
Un rasoio che ci ronza nella testa
Mentre il gelo penetra nelle ossa
Siamo reclini tesi protesi indifesi
Vorremmo che uno per tutti gioisse
Un fantasma sospeso sopra al bar
O la ruota panoramica del gioco
Alla convenienza non pensiamo
Sappiamo d’essere stati oppressi
Di voler opprimere ancora e ancora
Se il tempo ci tagliasse la lingua
Continueremmo a cantare ubriachi
Un ostinato istinto di sopravvivere
Come ha fatto Cecilia nella nebbia
Il futuro pesa sui rami chi lo coglie
Sa che il braccio ha perso l’artiglio
Non spinge l’affanno verso il gioco
Tumula la morte di tutte le periferie
Nelle rovine di una striscia rovente
In angoli del cortile al sole annerito
Per dire con Cecilia nessuno tocchi
Né immagini di toccare il filo spinato
Questa notte della nostra bandiera
Provate a rilasciarla nel fumo nero
Ai giorni che verranno di tetra gioia
Quattro donne in scena mescolate
La mano sul cuore una per la regia
Abbiamo un dio alla fine delle scale
Ci voltiamo per uscire un dio donna
Nella cabina senza vetri sospinge
Tra i rami spezzati e i frutti caduti
Come una corazzata nella nebbia
Che canta sottovoce spiritosamente
Buon compleanno signor presidente