Chiamare un nome dal basso è
Compito della nostra modestia
Entrando nell’officina dei ricordi
Sostituire il bullone che manca.
Non vogliamo anteporre segni
O segreti ma seminare i motivi
Distintivi dei tre luoghi comuni
Politica sacralità mossa teatro.
Il potere solleva una ambizione
Al grado della sua metamorfosi
Facendo apparire spenta la luce
Controversa una pacifica rivolta.
Avventure appartengono coloro
Che vivono sanno quali gli spazi
Non è precluso ai nuovi ingressi
Il movimento delle foglie viventi.
Si è passati da tempo il confine
Ora si viaggia dove si è disteso
Da tempo il lenzuolo che preme
Sul corpo mosso della sacralità.
Non soffiate le lingue del fuoco
Lambiscono manti di foglie vive
Rischiano di avverare bruciando
La verità insita in ogni peripezia.
Sazie le parole rivoltate al tavolo
Continuano a barare e distribuire
Carte le mani vincenti dissuasive
Chi vuole sedersi deve sottostare.
Non è vietato girare nel corollario
Chiuso di una periferia infangata
Fermarsi al primo distributore per
Accendere il vuoto della sigaretta.