Se mi si chiedesse di dire
oggi quel che ho da dire
mi si invitasse a un discorso
ampio aperto privo di orpelli
non troverei che la scintilla
della follia di cui sentii eco
nei film di Robin
per farlo uscire dal teatro
dove normalmente recita
interrompere le prove
le asfissie
i vuoti di memoria
ripeterei le parole sacre
pronunciate da Geremia
scritte sul rotolo di carta
che lo scriba dovrà trascrivere
ancora prima del rogo
direi a ogni essere vivente
che il cuore sanguina
colto dall’azione unica del marasma
essendosi fermato a guardare
strisce d’insana violenza
tra le quinte dei teatri
dimenticando o ignorando che
gli uccelli allineati in stormo
come il Gabbiano di Enzo
nella sua recita notturna
subiscono il cielo a causa
dell’ampiezza dei nostri discorsi