“Ogni donna adora un fascista” diceva Sylvia Plath nella poesia scritta al padre (“Daddy”).
Deve essere veramente una prova tenace l’amore per durare così a lungo e orribilmente.
Di tutte le cose scritte sugli ebrei sulla morte per sterminio questa è la più ostinata crudele.
Non ci si riprende dalla giovane età appiccicata ai muri come pezzetti sani di un’esplosione.
Se Sylvia vuole oggi quando è tutto finito la porto a cantare tra le barche del fiume sacro.
Scendiamo in acqua mentre qualcuno scrive sui tasti confusamente una poesia solo per lei.