Dobbiamo scrivere la solitudine
nel verso della mano altrui
cui siamo rivolti
dobbiamo accettarla seduti
al tavolo da pranzo
mentre i commensali
parlano tra loro
dobbiamo pagarla
all’ingresso delle mostre
in forme non comuni
di dialogo con noi stessi
dobbiamo restarle accanto
quando le persone
stringono il lenzuolo
prima di andar via
dobbiamo seguirla
per vederla sparire
nelle strade profumate
d’inerte simbologia
dobbiamo caricarla
sul bastimento dei sogni
nel porto silenzioso
di un cuore riverso
dobbiamo chiamarla
con il suo nome
senza udirne l’eco
come fosse un gatto
dobbiamo girarle intorno
sulla piattaforma della mano
ispezionando le buche
i sassi la malinconia
e dobbiamo pensarla
cuneo indelebile
che cerca una fine.