Il turista del lascito testamentario
scorre lungo il binario illuminato e
attende che qualcosa non accada.
Sono tre stelle a stabilire la notte.
Indossa scarpe pesanti salire sale
in montagna partendo dalla costa
ha il viso rivolto alla distensione a
un fascio di luce che ha perso fiori
lungo la strada e generato dettagli.
Si muove la mandria accumulata chi
ascolta il vento sa dei corpi oscurati
che scendono a ridosso d’una colpa.
Schiaccia il pulsante una atmosfera
come la musica di una festa termine
d’una faticosa giornata che gira gira
e non sembra congedarsi dal mondo.
Ci sono tripudi giacimenti inascoltati
frazioni umide del percorso decapita
il fibroso materiale con cui lo si sogna.
E viene la sinfonia dei suoni doloranti
tutti i lamenti usciti dalle crepe ceste
ricolme dei doni lasciati ad ammuffire.
Sono tre stelle piene ad alzarsi di notte.
Il turista rigoglioso esegue testamenti
batte il sangue nel suo polso caverna
giunge al mare da una costa d’Amalfi.
Viene sapendo che deve andare via e
infatti si trattiene nel pieno della festa
come se dovesse debellare la malattia
sostituendola con un ricambio d’abito
una nota colorata tra le maglie grigie.
Non sa chi si aggira chi dorme o muore
non sa se tornerà a visitare la terra sua
la voce matura del canto drammatico
il gallo del mattino che annuncia note
esplorate dalla preghiera dei limoni.