In un gioco di luci
In una giacenza di specchi
Ho guadagnato il concorso del mare.
E ho risposto all’eco del vento
Come fece Elisabetta
Che separò la sabbia dall’impeto.
Non può compiersi
Quel che non ha inizio
Così giace l’Amore.
Come un regolamento senza forma
Che porta la cicatrice sul collo
Dopo il bacio della Belva.
L’umile dimora rifulge nello splendore
Ha la luce di un cuore acceso
La presenza di una candela sola.
Al centro della stanza
Prendono fuoco i sogni
Non bruciano i ricordi.
Non fremerà la corsa nell’arsenale
Imbracceranno le armi i morti
Impugneranno le dita carezzevoli.
Non può scriversi sul muro
La gittata di nessuna parola
Noi siamo un guardare sospinto.
Ho dovuto spegnermi stanarmi
La Belva dell’Amore
Mi accarezza evitandomi.
Ho costruito musei ovunque
Animi sollevati dai cinguettii
La realtà ha preso il sopravvento.
Giorno verrà dell’equilibrio
Del corpo sulla sedia della tortura
E di un sorriso simile al silenzio.