Siamo sull’apice poi in discesa
Sul tronco liscio della mia mano
Mentre nel godere ci si distraeva
Perché latrare è un cane stretto
Vivere ha un orizzonte limitato
Quel che accadeva poi spariva
Amarsi non soffia sulla superficie
Luoghi comuni e straordinarietà
Giubilo e genuflessione ardita
Si salvi chi può oppure perisca
La nostra storia si rapprende
Fa crescere la consuetudine
Sviscera le viscere promesse
E quando tace si rapprende
Come un freddo che colpisce
Aprile quindi maggio e giugno
Tutto di seguito sul punto
Più alto e infine in discesa ma
Quando è finita questa poesia
Questa giumenta chiamata
Per nome sa che si chiama
In qualsiasi lingua solo vita