Ricordi quel giorno in cui ci muovemmo
prodigiosi nella pioggia d’una conversazione?
E facemmo rivivere – lucertole in uno scafandro –
la sostanza dei nostri incubi con un sorriso?
Sai anche tu che le parole sono come stelle
che discendono dall’alto senza muoversi?
E che il dolore è chiarezza una decisione
presa e non risparmiata dall’inclinazione naturale?
Immagini che a vederci dal di fuori avrebbero
fatto il tifo tutti per te e sarei rimasto solo?
Sai ancora perché interrogarsi all’infinito
serve a comprenderne l’istante di vita?
E infine, ma non da ultimo, mi chiedo
e ti chiedo: torneremo come farfalle?