Quinto appuntamento con i mercoledì culturali “in pillole” della Fondazione Gerardino Romano.
Definito come lo squartatore misericordioso, chi era davvero Emil Cioran, una delle voci filosofiche di maggior rilievo nell’ambito del “pensiero tragico” contemporaneo? Ultimatum all’esistenza, edito da La Scuola di Pitagora, 2020, tenta di rispondere a tale interrogativo. Il volume, curato da Antonio Di Gennaro e da un team di studiosi e traduttori, tra cui Vincenzo Fiore che ne introduce gli aspetti salienti nella pillola digitale di questo pomeriggio, raccoglie “circa cinquant’anni di conversazioni, di interviste e di lettere, materiale che è stato possibile mettere insieme solo dopo aver spulciato tra gli archivi e i cassetti in diverse parti del mondo.”
«Per me scrivere è un ultimatum lanciato all’esistenza», afferma l’autore rumeno in una delle preziose interviste raccolte nel testo, la maggior parte inedite in italiano. Preziose perché, affrontando questioni inusuali o scarsamente trattate altrove, irradiano altra luce su un pensatore nel quale non c’è differenza tra l’opera e la vita. Egli stesso ha ripetuto più volte di non aver mai inventato nulla, ma di essere stato soltanto il “segretario” delle proprie sensazioni e di aver composto i suoi libri per ragioni terapeutiche, per sfuggire ad un’insofferenza radicale di sé, del mondo e della realtà. Dopo aver scritto, nel suo arco vitale, per non gettarsi nelle acque della Senna o cacciarsi una pallottola in testa, due anni prima di morire, Cioran ribadisce: «non si è tristi dopo una confessione di tristezza». E, per un felice paradosso, ogni lettore potrà dire: non si è tristi dopo aver letto Cioran.
Tra le sue opere: Al culmine della disperazione (1934), Lacrime e santi (1937), Sommario di decomposizione (1949), Sillogismi dell’amarezza (1952), La tentazione di esistere (1956), Storia e utopia (1960), La caduta nel tempo (1964), Il funesto demiurgo (1969), L’inconveniente di essere nati (1973), Squartamento (1979), Esercizi di ammirazione (1986), Confessioni e anatemi (1987).
Vincenzo Fiore è fra i massimi esperti di Emil Cioran e membro del Progetto Internazionale omonimo. Ha scritto la prima biografia integrale in lingua italiana dedicata al pensatore romeno Emil Cioran, La filosofia come de-fascinazione e la scrittura come terapia (Nulla Die, 2018). Di recente, ha scritto la prefazione al volume di Bernd Mattheus, Cioran. Ritratto di uno scettico estremo (Lemma Press, 2019). Ha tradotto diverse lettere e interviste di Cioran, molte delle quali pubblicate in Ultimatum all’esistenza (La Scuola di Pitagora, 2020). Autore dei romanzi Io non mi vendo e Nessun titolo, scrive per le pagine culturali di The Post Internazionale e de il Quotidiano del Sud. È in corso di pubblicazione Voci dal XXI secolo (Nulla Die, 2021), una raccolta di interviste a grandi personalità del nostro tempo.

Videografica a cura di Gaiastudio di Telese Terme (Bn)

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