Dodicesimo appuntamento con i mercoledì culturali “in pillole” della Fondazione Gerardino Romano.

Il Prof. Massimo Capaccioli, nel suo libro L’incanto di Urania. Venticinque secoli di esplorazione del cielo, edito da Carocci Editore, 2020, affronta il millenario divenire delle scienze del cielo, dando spazio anche al ruolo e ai progressi degli strumenti d’osservazione e di analisi.

«Oggi sappiamo che l’universo ha avuto origine con un big bang e si è espanso sotto il controllo delle componenti oscure di materia ed energia; abbiamo imparato come si formano, evolvono e interagiscono le galassie, e come nascono, vivono e muoiono le stelle; abbiamo cercato i pianeti extrasolari e i segnali della vita, ascoltato l’urlo della fusione di due buchi neri e molto altro ancora. Un sapere frutto del balzo in avanti dell’astrofisica e della cosmologia nel Novecento, stimolato e secondato dai grandiosi progressi della fisica e dalla tecnologia. Sbaglieremmo però a pensare di poter ormai archiviare il passato. Se abbiamo saputo vedere lontano, diceva Newton, è perché ci siamo sollevati sulle spalle dei giganti. Dunque, tracciare l’evoluzione delle conquiste scientifiche non ci concede solo il piacere di risalire alle radici del pensiero e di riconoscere il peso dei diversi attori; serve anche ad analizzare l’eredità di errori e preconcetti di un’attività genuinamente cumulativa in un contesto storico allargato.»

“Guardate le stelle e non i vostri piedi. Provate a dare un senso a ciò che vedete, e chiedervi perché l’universo esiste. Siate curiosi.” Stephen Hawking

Massimo Capaccioli, fisico maremmano, ha insegnato astronomia presso le Università di Padova e poi di Napoli Federico II, dov’è attualmente emerito. Allievo in Texas di Gerard de Vaucouleurs, s’è occupato principalmente di dinamica ed evoluzione dei sistemi stellari e di cosmologia osservativa, pubblicando oltre 550 articoli scientifici e vari manuali e libri di divulgazione, tra cui: Arminio Nobile e la misura del cielo (Springer 2012, con S. Galano), Mille1Notte. Storie dell’altro mondo (Mediterraneo 2018), Luna Rossa. La conquista sovietica dello spazio (Carocci 2019), e L’incanto di Urania (Carocci 2020). A lungo direttore dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte a Napoli, ha concepito e gestito, in sinergia con l’Osservatorio Europeo Australe, la realizzazione del VST, uno dei maggiori telescopi dedicati a survey astronomiche. Ha presieduto la Società Astronomica Italiana per un decennio e per un triennio la Società Nazionale di Scienze, Lettere e Arti in Napoli. Giornalista pubblicista e appassionato divulgatore, ha collaborato con varie testate giornalistiche e con la RAI. Tra i suoi riconoscimenti spiccano il titolo di commendatore della Repubblica per meriti scientifici, le lauree honoris causa dalle Università di Mosca Lomonosov nel 2010, Dubna nel 2015, Kharkiv nel 2017 e Pyatigorsk nel 2019, e le medaglie Struve, Karazin, Tacchini e Gamov. È membro della Academia Europaea.

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