Lei ammansiva con dolci carezze la minestra
puliva uno sporco invisibile. Lei
sempreverde pianta iconoclasta.
Lei sogno premonitore del riposo pomeridiano. La guardai
infine come si guarda sciogliere un cubo di ghiaccio nel
bicchiere.
Dalle sue labbra pulpito rosa vi parlo.
Tratto da F. CASUCCI, A mia madre, in ID., Dalle sue labbra pulpito rosa, Napoli, 1983, p. 36