Le istantanee dalla quarantena di Alda Parrella.
a) Libri: «Nemesi di Philip Roth; alcuni degli ultimi candidati al Premio Strega e Cecità di Saramago che non avevo ancora letto e magari non è stato il momento migliore… comunque bellissimo e terrificante.»
b) Film: «visti pochissimi.»
b) Musica: «La Madama Butterfly di Puccini, Le nozze di Figaro di Mozart e poi mi sono data al pop anni 70-80-90, ottima colonna sonora mentre mi gratificavo nel sanificare le numerose maniglie delle porte di casa mia, come ci hanno consigliato di fare.
A pensarci bene, però, ‘sto corona ci ha fatto scoprire un sacco di cose che ignoravamo.
Ad esempio, anche i matrimoni più solidi soffrono le convivenze forzate e poi, udite udite, nel nostro paese esistono i poveri,
che le donne fanno un lavoro essenziale in casa e mantengono in piedi l’economia, poi può capitare che prendano pure le botte, ma si sa, siamo tutti un po’ nervosi,
poi che per campare devi necessariamente possedere un computer con connessione internet naturalmente, altrimenti i tuoi figli perderanno l’anno a scuola, e una stampante per le varie e frequenti autocertificazioni altrimenti non esci di casa.
Fortunatamente io non ho avuto questo tipo di problemi a sopravvivere, ma il tempo che mi è stato sottratto mi ha creato molta rabbia.
La cosa che mi è mancata di più è stato il teatro, ho lasciato il 6 marzo i vestiti in camerino pronti per la prima, ma questa prima non c’è mai stata e temo che non ci sarà più.
P.S. Le città maestosamente deserte mi deprimono, uno scenario da day after decisamente angosciante e tutto questo rifiorire della natura avrà la stessa durata dei fiori del cactus.»
Essere autentici, pochi ne sono capaci. Nietzsche docet.