Dove sei, sole rabbuiato
Dove sei tu, luce, risvolto, bacio
Dove sono i calanchi, sagome nella pioggia di pastori seduti in attesa del gregge mosso silente
Dove sono io dove sei tu, sempre le stesse domande, come se gli anni fossero trascorsi invano
Dove sono le ballate radiose della nostra giovinezza fintantoché esiste, eravamo già stanchi allora
Dove sono i pugni che abbiamo voluto evitare con carezze date a caso, vogliamo che tornino senza scampo
Dove sono le pallide avventure dei volti, quei sorrisi simili al marmo delle tombe strappate a nuovi gemiti
Dove posso recarmi in cerca di te e guardarti ancora, confusa dalle pensose strisce di luce e pioggia
Dove sono i battiti del tuo cuore, dove riposano il cranio dei tuoi pensieri, gli occhi che non vedono
Dove dove dove ho perduto tutto questo mentre vivevo la vita come conquista non perdita
Dove farò del mio destino una magia, del prossimo minuto un’attesa, del giorno che verrà una speranza
Dov’è quel nulla che muta e che si muta, tra le dita delle mani diviene incandescente
Dove e perché ci siamo spinti così in avanti, fino alla vertigine dei calanchi, per uno sguardo in lontananza
Dove riposerò, quale sarà la mia prima notte di quiete, in quale sequenza bacerò la dea della giustizia
Dove dove dove, continuo a immaginare un luogo, un luogo era forse la fontana stritto di Cusano
Dove ho portato il seguito del mio funerale, tutti fermi sulle gole aperte tagliate come un posto di blocco
Dove continueremo a leggere bugiardini e pagine di poesia, articoli del codice dell’anima assurta brigante
Dove ci faremo male più di quanto ci siamo fatti male e il singolo miele dalla foglia cadrà in noi esausto
Dove chiuderemo l’ultima porta dell’ultimo minuto e parleremo con la letteratura amica, respireremo
Dove finirà tutta quest’amarezza, aveva ragione Tonio, dove si metterà per strada a cantare la sua voce
Dove resisterà il fiore che ho coltivato per il tempo che mi era dato, chi lo serberà nelle pagine ingiallite
Dove tacerò per sempre come tu taci, quel che esiste lo conosciamo, quel che non esiste lo ignoriamo
Dove dunque spariranno i colori degli uomini, i celesti gridi placheranno il silenzio, divenendone parte