C’era una volta il salotto letterario. Circolo Pickwick, in via Croce Rossa a Chiaia. Erano i primi anni Novanta. Qualcuno faceva della letteratura un esercizio settimanale – il lunedì sera – di creatività. Accadevano piccole grandi cose. Il metodo è sinteticamente descritto nel testo del suo ideatore e coordinatore, il prof. Felice Casucci.

 

«Ingresso libero.
Stasera si recita il disordine.
Ogni ospite è gradito. (Si) distenda pure
sul nostro letto di foglie l’autunno.
Contempli lo steccato, il muggito celeste.
Ma di questa libertà
non faccia un vanto. Il Poeta
vive rinchiuso. Il suo canto leva alto un cielo dall’anima.
Sopravvenga il tepore, la stanchezza.
Cosa importa se è troppo o troppo poco!
Il treno percorre (comunque) ogni tappa del viaggio
obbligatorio, carico dei nostri sogni addormentati.
Saltino agli occhi chiusi
tutte le stelle.
L’uomo inghiotte a volte quel che gli appartiene.
Si celebrino, stasera, momenti di assenza.
Dall’essere, divise inamidate, ed altrove.
Qui; le muse liberino le vesti danzando senza lacrime
la fine prematura dei suicidi.
Processo orale anelante solitudine, contraddetta, molte volte.
Il verso non sia direzione,
abbiano una voce le nostre congiunzioni, e gli avverbi.
Valga un sol motto: esplorare inaugurare conoscere l’antico.
Salotto.»

tratto da Circolo minimo © Felice Casucci | Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, novembre 1999