Si può amare? Si può onorare l’amore. È già tanto riuscirvi. Libertà vale quanto rinuncia (per forza o per ragione) ad amare una persona amata. Non gridare contro il cielo, se vi è un cielo più alto che ti ascolta. Non temere il distacco dei corpi, se non siamo liberi di amare come vorremmo e potremmo. Gioisci solo, ogni giorno, del bene che ti è dato d’esserci incontrati, mai più perduti, sospesi come un fiore sul ramo del tempo. Libertà non è amare a nostro piacimento, prendere e consumare l’attimo che ci è dato, ma onorare nei piccoli gesti l’incontro di un sorriso, la mano della fermezza che ci sta per lasciare, una mano sottile come il ramo dal quale pende un fiore. Non attribuirti alcun merito: quando ti accarezza l’amore, volgi il capo e lo segui con lo sguardo, non per trattenerlo ma per onorarlo ogni giorno della tua vita. Ti possono togliere tutto, imporre il silenzio (a Giordano Bruno misero la “lingua in giova”), trascinarti all’accecamento, non perderai mai più gli occhi che ti hanno veduto. Si può amare? Si può giungere alla meta, in una piccola città greca, Florina, tra persone sconosciute, e rubare “lo sguardo di Ulisse”, l’ultimo di un grande attore milanese che amava Camus, la letteratura, forse suo padre, morto fascista in un carcere dell’Italia liberata. Bisogna ricredersi sull’amore. Bisogna davvero ricredersi.