I pensieri sono sospesi ad una parete come un quadro
La condizione umana richiede l’azione della parete dove il quadro pende
Ma il dito fa ruotare nel piatto l’oliva con la sua bava prodigiosa
Perché non bisogna seguire il carro funebre della realtà
Il lavoro che un tempo era una religione oggi è rugiada distesa in un prato
Ada Negri sa che da questa fresca guazza s’origina lo stelo declinante
Non è cortese attribuire diritti per vederli negati da una rivolta silenziosa
Trascorrono sulle vie affollate dignitari costituiti dal canto notturno del Parkinson
Vengono fino alla nostra caverna con le ali spezzate dell’insetto carminio
E fingono che il mondo sia nato a loro insaputa nel ghetto di Varsavia
Le forze sovrabbondanti sono la lezione con cui la storia riveste il corpo dei caduti
Non rovesciate non soffocate le maniche lacere che custodiscono il lavoro
Un lavoro sporco è il principale tributo ad un futuro attendista