Aggrapparsi alle faccende tessili di un abito confezionato dalle parole.
Pioggia dai balconi degli occhi e dalle vetrate delle orecchie. Commuove.
Qualcuno dovrà dirmi dove sono finiti i miei equinozi di primavera.
Non che voglia saperlo, mi basterebbe non finire in un regime di lesa maestà.
Il padre di Isherwood è morto in guerra e Auden ne ha preso il posto.
Diceva Gandhi che si può uccidere un fiore, non fermare la primavera.
Nec spe nec metu di Kazantzakis e il Monte Athos come sogno ultimo di libertà.
Dio è un ciliegio che appare in un preciso periodo dell’anno (Neruda, 1973).
Le colombe non sono fatte per il sacrificio. Proprio come nel Gesù di Saramago.
Piccola vita dove sei finita? Così lontana dal cedro libanese di Gibran?
Nel sangue, solo nel sangue, scorre la primavera, come un ramo secco di Pavese.
E il pungitopo ha lasciato il Mediterraneo per spingersi fino al deserto dell’alba.
Voglia di vivere e onda di neve sull’abete dello scoiattolo. Campo e Rigoni Stern.
Se cambi l’ordine di fattori, il risultato cambia. L’asola è attraversata dal dito.
Tredici rondini sono state annientate dal confine del bosco con la città di Rodari.
Il tetto laminato di pioggia ha la mente furente perché Lowell ha scelto la margherita.
Non si fa in tempo a vivere che sopraggiunge il drappo di Bufalino sull’anima cheta.
Non profondere sforzi nel nulla che è terra di nessuno al tramonto.
Senti? I giardini di marzo di Battisti si mettono a cantare mentre il silenzio tace.
Proprio come la luce e l’ombra descritte troppo presto da Chesterton.
Non fingere che non sia simile al bocciolo da superare nel dolore della Nin.
O alla sinfonia delle quattro stagioni in guerra tra loro per un tozzo di pane.
O all’orgia degli insetti di Benni in coda per pagare una stanza al motel di un fiore.
Quel che irrompe libera i capelli del vento dalle mani rapprese di una bugia.
L’audacia di Tagore lo specchio di Machado dilateranno la stella sotterranea.
Cresce nella vita una valle di risonanze. Ogni sorriso è triste.
Ripete a memoria la poesia il bimbo che è stato Rilke o la sua natura.
Ma noi abbiamo un minuto un minuto soltanto per leggere Prévert.
La pioggia scorre nei campi arriva fino a noi dopo un viaggio nel passato.