Mercoledì 12 novembre 2014 la Fondazione Gerardino Romano, presso la sede sociale di Piazzetta G. Romano 15, Telese Terme (BN), ospita Barbara Schiavulli. All’incontro, coordinato dal prof. Felice Casucci, si presenta il libro La guerra dentro, Youcanprint, 2013. Si tratta di un saggio di alta professionalità giornalistica, un alimento di letteratura necessaria alla comprensione della realtà storico-antropologica che descrive, un meditato corredo di immagini tratte dalla dimensione più cruda dell’esistenza umana, su cui aiuta a riflettere. Da consigliarne la lettura nelle scuole come opera pedagogica primaria, scritta da un’inviata di guerra, che ne dà conto con lucida e appassionata determinazione. Un’autobiografia etero diretta. L’Autrice cerca il “senso” al suo lavoro e, confidandosi, lo trova: “Ha senso perché colma la tua voglia di vedere cosa c’è sotto lo zerbino di quel mondo che gli altri ti raccontano. Ha senso perché ti dona il privilegio di toccare la Storia con le tue parole. Di entrare pagaiando verso il centro di quello che accade seguendo la corrente o andandoci contro, se serve. Alla fine ha senso, perché fa parte della mia ricerca della verità: quella brutale, schietta, che cambia quello che ci circonda. Quella che attrae come una maledizione” (pag. 64). L’opera è un “viaggio emotivo” (pag. 9) nella vita di soldati esposti a un fronte oscuro, a volte invisibile. Nessuno torna come è partito. Molti sono morti. Altri fanno fatica a riadattarsi. “Si torna a casa, si sopravvive, solo per scoprire che è cominciata un’altra guerra. La guerra dentro” (pag. 139). Il filo rosso che lega le dieci storie narrate a quelle dei potenziali lettori del volume della Schiavulli sta tutto nella instabilità delle nostre convinzioni, riassunta nel motto gigantografico: “Nessuno è sicuro” (pag. 26). Buona scoperta!
Barbara Schiavulli, è giornalista di guerra e scrittrice. Ha vissuto la Storia del Medio Oriente, dell’Africa e dell’Asia Centrale degli ultimi 15 anni Ha seguito la seconda Intifada, i conflitti in Kashmir, Afghanistan, Haiti e Iraq. Ma il paese che l’ha completamente rapita è stato l’Afghanistan. Immergendosi nelle zone calde, ha scoperto che quello che le interessa raccontare riguarda, soprattutto, le persone. La loro sopravvivenza. Nei suoi reportage combina la cronaca con la denuncia dei crimini contro l’umanità. Scrive per «L’Espresso», «l’Eco di Bergamo», «Il Messaggero», «La Stampa» e collabora con radio e televisioni. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Ha anche pubblicato i libri: Le farfalle non muoiono in cielo. Storia di una Kamikaze che non voleva morire, La Meridiana, 2005; Guerra e Guerra. Una Testimonianza, Garzanti, 2009.
Tutti i video relativi agli incontri settimanali sono visibili sul canale YouTube della Fondazione.